PERCHÉ QUESTO POSTO SI CHIAMA COSÌ? Il visitatore che nel Friuli - Venezia Giulia raggiunga il sacrario di Redipuglia potrà domandarsi come mai questa località abbia un nome tanto curioso: si sarebbe portati a interpretarlo come «Re di Puglia» ma, anche ammesso che un simile sovrano sia mai esistito, come è arrivato il suo appellativo a mille chilometri di distanza? In realtà il nome non è né regale né pugliese: è di origine slovena, sredi polja, «in mezzo ai campi», o più probabilmente un più antico rodo polje, «campo brullo». I toponimi (dal greco, «nomi di luogo») sono quasi sempre opachi, in senso linguistico, cioè non trasparenti, il loro significato non è immediatamente comprensibile. Così si è sviluppato un settore di studi linguistici, la toponomastica, che si occupa di ricercare l’origine dei nomi di luogo, origine spesso molto antica e risalente a varie popolazioni ormai dimenticate. Vediamo alcuni esempi che riguardano il Friuli – Venezia Giulia. Nomi pre-latini — Come in tutta Italia, la maggior parte dei toponimi ha origine latina. Non mancano però alcuni nomi pre-latini, in particolare di origine gallica (ossia celtica). Per esempio, Tarvisio deriva probabilmente dal celtico tarvos, «toro», mentre Vendoglio, piccola località fra Buia e Tricesimo, è un gallico vindòialum, «campo bianco». Bisogna risalire invece alla radice indoeuropea oudh/udh, «mammella», per il nome di Udine, come metafora del colle in mezzo alla pianura; da tale radice si hanno oggi in inglese udder e in tedesco Euter, che indicano la mammella dei mammiferi. Un’altra radice indoeuropea è akwa, «oscuro», da cui Aquileia. Trieste è invece in latino Tergeste, da una radice pre-latina terg con il significato di «piazza, mercato», che ritroviamo oggi nel termine trg delle lingue slave meridionali. Antroponimi — Per quanto riguarda i nomi di origine latina, un gruppo consistente è dato dagli antroponimi, cioè derivati da nomi di persona. Si tratta di un esito della centuriazione romana: le colonie erano suddivise in appezzamenti di terreno, generalmente rettangolari, chiamati centurie, che venivano assegnati a una data persona o famiglia; da questa poi nasceva il nome della località con la creazione di un aggettivo derivato dall’antroponimo, sottintendendo praedium («podere, fondo»); così il podere di uno Iulius, o della famiglia Iulia, si chiamava (praedium) Iulianum, da cui oggi Zugliano, alle porte di Udine. Altri esempi del genere sono Lavariano (da Lavarius), Azzano (da Accius o Attius), Basiliano (da Basilius), Maiano (da Mallius). Spesso però la terminazione, per influsso celtico, diventava –acum, oggi –acco: Martignacco (da Martinius), Pagnacco (da Pagnius o Panius) e molti altri. Nomi geografici — Un altro gruppo di toponimi latini deriva da descrizioni geografiche. Da agellus, diminutivo di ager, «campicello», viene Aiello, da quadruvium («quadrivio») si ha Codroipo, mentre da trivium («trivio») viene Treppo. Campoformido è «campo caldo» (latino formidus), Trasaghis è trans aquas («al di là delle acque»), Poscolle è post colles («dopo i colli»), Basagliapenta è basilica pincta («dipinta»). Vaiont viene da valleus («piccola valle»), invece Lusevera è lucifera, «portatrice di luce» ovvero «posta a oriente». Da canaba, «cànova, magazzino delle biade o del sale», abbiamo Caneva, da colonia Colugna, mentre da runcare («mettere a coltura») derivano i vari Ronchi, Ronchis e simili. E come noto Friuli è Forum Iulii («mercato di Giulio Cesare o della gens Iulia»), in origine nome di Cividale, quest’ultimo derivante da Civitas («città» per eccellenza), nome acquisito a partire dall’VIII secolo, quando il termine Forum Iulii passò a indicare il territorio circostante. Pordenone è Portus Naonis, «porto sul fiume Naon (Noncello)», mentre la vicina corte feudale Curtis Naonis ha dato origine a Cordenons. Invasioni barbariche — Con le cosiddette invasioni barbariche arrivano in Italia, e naturalmente anche nel Friuli - Venezia Giulia, varie popolazioni che lasciano tracce nella toponomastica. Così un insediamento di Goti alle porte di Udine è oggi Godia (da gothica), mentre la vicina località di Beivars va forse ricondotta a un villaggio di Bavari o Baiuvari (bavaresi). Di origine longobarda è invece Farra d’Isonzo; il termine fara (o con grafia erronea farra) deriva dal germanico fâra, «andare (con un veicolo)», come nel tedesco moderno fahren, e designava tutto ciò che ci si portava dietro su carri e animali durante il viaggio; poi, per estensione, passò a indicare la tribù o popolazione che si spostava durante la migrazione, e infine l’insediamento di una comunità longobarda. Così in Italia troviamo molte località di nome Fara o Farra; in Friuli vi sono anche alcuni esempi in forma diminutiva, come Farla (Maiano) o Farella (Aquileia). Elemento slavo — Importante in questa regione è ovviamente l’elemento slavo, presente in primo luogo nel nome di Gorizia: da gora, «monte», il diminutivo gorica (pronunciato in sloveno gorìzza) significa «collina» e dà il nome alla città e a varie località friulane (Gorizzo, Goricizza e simili). Pure slavo è Prepotto, da prapot o praprot, «felce», nome analogo a Feletto, questo tuttavia latino, da filictum, «luogo coperto da felci», e presente anche in altre località italiane. Percoto viene dallo sloveno prehod, «passaggio, valico, traghetto» (la località si trova presso il fiume Torre), mentre Gradisca è gradišče, «fortezza, castello». Pure di origine slava è Sammardenchia, dal verbo smrdeti, «puzzare», nome analogo a quello latino della vicina Pozzuolo, da puteolo, putescere, «puzzare» (talvolta è un bene che i toponimi siano opachi...). Altri esempi di nomi slavi sono Dolegna e Dolegnano (da dolenj, «posto in basso»), Giassico (da jasa, «radura»), Visco e Viscone (da višek, «sommità, altura»). E se in provincia di Pordenone troviamo uno Sclavons, insediamento di slavi, in provincia di Gorizia si segnala un Romans, insediamento di romani (italiani, non slavi). Un nome curioso è Malborghetto, nel Tarvisiano: anticamente si chiamava Bonborghetto, storpiatura derivante dalla città tedesca di Bamberga da cui dipendeva il territorio. Dopo la distruzione del paese a opera dei veneziani nel 1368, fu adottato il nome attuale. Come si può vedere, i nomi di luogo sono ricchi di storia e di sorprese. Ø Torna ad Articoli Ø Torna alla Pagina iniziale |