ALLUCINAZIONI
L’allucinazione, paragonabile a un sogno a occhi aperti, può essere definita come l’esperienza di una percezione sensoriale in assenza di uno stimolo appropriato; tale esperienza ha però la forza di una percezione reale e dà la sensazione di essere legata a un evento esterno anziché di costituire un prodotto della fantasia. Pertanto è difficile distinguere l’allucinazione dalla realtà. Ciò che si vede nell’allucinazione sembra avere il carattere di oggettività, cioè pare essere indipendente dalla volontà e dai desideri del soggetto, il quale ritiene che chiunque altro possa condividere e confermare tale esperienza. L’allucinazione si distingue così dall’illusione in quanto quest’ultima è semplicemente un’errata interpretazione di uno stimolo sensoriale normale. L’allucinazione, in sostanza, è creata dalla mente del soggetto, mentre l’illusione proviene da uno stimolo esterno che dalla mente viene interpretato in maniera distorta.
Stati alterati di coscienza — Le allucinazioni sono prevalentemente visive o acustiche, ma possono interessare anche il tatto, l’olfatto o il gusto. Sono tipiche di malattie mentali come la schizofrenia, nonché di varie forme di epilessia. Però anche le persone sane possono andare incontro ad allucinazioni; oltre a quelle riscontrabili nello stato intermedio fra sonno e veglia (le cosiddette allucinazioni ipnagogiche e ipnopompiche, a cui si è accennato nell’articolo Sogni), sono frequenti le allucinazioni che si verificano in condizioni di affaticamento o di stress o in presenza di stati alterati di coscienza. Questi ultimi, che si hanno quando l’attività psichica si svolge in maniera anomala, possono essere dovuti all’uso di alcol o di droghe, a un eccesso di preghiera o meditazione con la ripetizione ossessiva di parole o frasi, a fame e sete o privazione del sonno, a movimenti fisici estenuanti come una danza ininterrotta o una corsa prolungata, ma anche a un’assenza di stimoli sensoriali, come per un eremita nel deserto, o viceversa a un eccesso di tali stimoli, specialmente di tipo acustico, per esempio un suono continuo di tamburi rituali. Si noterà che tutte queste situazioni corrispondono ai metodi utilizzati da millenni a questa parte da santoni, asceti, stregoni, sciamani e fondatori di religioni (il digiuno prolungato del Buddha, la permanenza di Gesù nel deserto) per «vedere gli spiriti» e stabilire un contatto col soprannaturale. Praticamente tutte le varie visioni e apparizioni delle tradizioni religiose, magiche e paranormali possono essere ricondotte ad allucinazioni dovute a stati alterati di coscienza.
Illusioni — Al campo delle illusioni appartiene invece la pareidolia, ossia una percezione errata in cui da uno stimolo vago od oscuro si trae una sensazione ben definita, in genere visiva o acustica. Così accade per esempio quando si vede un volto umano sulla luna piena o quando si scoprono vari oggetti o figure nella forma delle nuvole o nelle costellazioni. Il fenomeno è da ricondurre al fatto che il nostro cervello è abituato, per non dire obbligato, a riconoscere delle forme. Nel caos di stimoli sensoriali noi dobbiamo individuare figure, colori, suoni, movimenti ben precisi per orientarci nel mondo e capire come agire al suo interno. Il nostro cervello non tollera il caos, per cui anche in uno stimolo indistinto noi tendiamo a riconoscere qualcosa, a trovare un senso nell’ambiguità, e ciò che riconosciamo è influenzato dalle nostre conoscenze, credenze e convinzioni. La pareidolia spiega diversi fenomeni percettivi con connotazioni religiose: alcuni musulmani in Inghilterra, tagliando pomodori o melanzane, hanno letto nelle pieghe di tali ortaggi la scritta in caratteri arabi con la testimonianza di fede islamica («Non c’è dio al di fuori di Dio, Maometto è l’inviato di Dio»); dopo la rivoluzione del 1979 in Iran, non pochi iraniani vedevano sulla faccia della luna il volto dell’ayatollah Khomeini (che fino ad allora nessuno aveva notato); alcuni induisti hanno riconosciuto in una patata l’immagine del dio Ganésh, bambino con la testa di elefante; vari cristiani in diverse parti del mondo hanno riconosciuto il volto di Gesù in una tortilla bruciacchiata, in un segnale di divieto di sosta o in una macchia di sangue; e più di qualcuno ha individuato frasi «sataniche» in dischi di musica rock suonati all’indietro.
Immagini della Madonna — Innumerevoli sono poi, nel mondo cristiano e specialmente cattolico, le immagini della Madonna percepite nelle situazioni più varie. Per citarne una recente, il 18 luglio 2002 si è notato il volto della madre di Gesù su una finestra a Ferraz de Vasconcelos, un sobborgo di San Paolo del Brasile; il fenomeno ha attirato nei giorni successivi fino a 40 mila persone. L’immagine, peraltro molto vaga come sempre avviene in questi casi, era dovuta al riflesso della luce sul vetro. La pareidolia non riguarda ovviamente solo il mondo religioso. Gli avvistamenti del mostro di Loch Ness, dell’abominevole uomo delle nevi e perfino di Elvis Presley dopo la sua morte possono essere spiegati con questo fenomeno. Addirittura c’è chi è riuscito a vedere, nonché a fotografare e a pubblicare su Internet, il volto di Osama bin Laden, oppure del diavolo, nelle volute di fumo delle torri gemelle di New York dopo l’attentato dell’11 settembre 2001 (anche se le immagini in questione sono state probabilmente ritoccate per ricavare qualcosa di riconoscibile). La pareidolia viene inoltre incoraggiata per fini di analisi psicologica, per esempio con il famoso test di Rorschach (se ne parla nell’articolo Personalità).
Apofenia — Un fenomeno affine alla pareidolia è l’apofenia, un termine coniato nel 1958 dallo psichiatra tedesco Klaus Conrad. Il termine indica la percezione spontanea di collegamenti significativi tra eventi, oggetti o situazioni in realtà slegati fra loro. Secondo lo stesso Conrad, l’apofenia è uno dei sintomi della schizofrenia. Il fenomeno è però legato anche alla creatività, nel senso che le persone più creative sanno cogliere collegamenti insoliti fra oggetti ed eventi apparentemente diversi e privi di connessioni fra loro. L’apofenia spiega l’atteggiamento di chi è convinto di una certa idea e trova conferme dappertutto; così per esempio chi crede nella numerologia (cioè ritiene che i numeri abbiano significati magici o mistici), nelle profezie di Nostradamus (si veda l’articolo Nostradamus), nelle varie forme di divinazione, ma anche nei principi fondamentali delle religioni, riesce a trovare nel mondo tutte le conferme che desidera, invece chi non condivide tali credenze non vede alcun collegamento fra oggetti ed eventi del mondo e le affermazioni di cui questi sarebbero una conferma.
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