LACRIMAZIONI
In Italia ci sono state molte apparizioni mariane, ma nessuna fra le principali; la più nota è quella di Montichiari-Fontanelle, nel Bresciano, dove vi fu una serie di apparizioni negli anni Quaranta. In compenso il nostro paese si è specializzato in un fenomeno collegato, vale a dire le Madonne che versano lacrime o sangue, un «miracolo» che ha avuto un piccolo boom alla metà degli anni Novanta. Si tratta di un trucco simpatico che risulta molto efficace. Infatti, se uno vede la Madonna, la vede lui e basta, e per prima cosa deve convincere gli altri che lui effettivamente vede la Madonna (per quanto non sia difficile trovare qualcuno disposto a crederci); se però uno ha la statua della Madonna che piange, o ancor meglio che lacrima sangue, finisce subito sui giornali e in televisione.
Civitavecchia — Proprio così accadde nel febbraio del 1995, quando a Civitavecchia, in casa di Fabio Gregori, operaio dell’Enel, una statuina di gesso della Madonna, alta circa 40 centimetri, si mise a versare dagli occhi un liquido rosso. Il fenomeno attirò subito nella zona migliaia di persone e, come detto, venne riportato con enfasi da giornali e televisioni. Successivamente, dopo varie lacrimazioni, il liquido fu prelevato e analizzato e risultò essere proprio sangue umano (maschile). La statuina era stata acquistata a Medjugorje, la nota località dell’Erzegovina teatro di numerose apparizioni mariane a partire dal 1981; la Chiesa cattolica non ha mai riconosciuto come autentiche tali apparizioni, le quali però sono servite alle popolazioni croate dell’ex Jugoslavia per rinsaldare l’identità nazionale attorno alla fede cattolica, che permetteva di distinguersi sia dai serbi cristiani ortodossi sia dai bosniaci musulmani. Medjugorje ha creato un notevole giro d’affari attorno alle apparizioni, grazie ai numerosi pellegrinaggi. Fra i tanti souvenir, nella cittadina sono in vendita per l’appunto queste statuine della Madonna, molte delle quali contengono una polverina rossa, che ha effetto dopo un certo tempo e che dovrebbe dare un tocco di «realismo» alla statua, facendola piangere quello che sembra sangue. È probabile dunque che la statuina di Civitavecchia si sia messa a lacrimare per conto suo; in seguito il fenomeno potrebbe essere stato incrementato da qualche componente della famiglia Gregori. Va detto che nessuno della famiglia accettò di sottoporsi ad analisi per confrontare il proprio sangue con quello della statua.
Altre lacrimazioni — Nello stesso anno 1995, sull’onda del successo di Civitavecchia, ci furono in tutta Italia numerosi episodi di lacrimazione di statue analoghe. L’atteggiamento della Chiesa cattolica in proposito è molto cauto, quando non del tutto negativo. Il fenomeno non è nuovo. Già in passato si ebbero numerosi episodi del genere. Per esempio, in casa di Teresa Musco, una donna casertana che presentava le stimmate (si veda l’articolo Estasi), si verificarono negli anni Settanta centinaia di episodi di sanguinamento da immagini di Gesù e della Madonna. L’unica lacrimazione ufficialmente approvata dalle autorità ecclesiastiche è però quella di Siracusa, risalente al 1953. Per alcuni giorni, fra agosto e settembre di quell’anno, in casa dei coniugi Giusti Jannuso scesero lacrime da un bassorilievo in gesso e maiolica raffigurante il cuore immacolato di Maria, ricevuto dalla coppia qualche settimana prima come dono di nozze. Vennero prelevate alcune gocce del liquido, che all’analisi risultò di composizione analoga alle lacrime umane. Tuttavia anche in questo caso è probabile un intervento da parte della signora Antonietta Jannuso, la quale, all’epoca incinta, già da settimane manifestava episodi di tipo isterico, con «attacchi», svenimenti e periodi di cecità temporanea. Come vedremo subito, non è difficile far piangere una statua o un bassorilievo. Nel caso in questione, la signora Antonietta fu l’unica testimone dell’inizio delle lacrimazioni ed era sempre presente al verificarsi del fenomeno. Le lacrimazioni cessarono, all’improvviso come erano cominciate, dopo tre giorni, subito dopo il prelievo del liquido per le analisi.
Come si fa — Nei molti casi analoghi finora riscontrati, non ci sono mai stati controlli efficaci che escludessero l’intervento umano nella manipolazione delle immagini lacrimanti, per cui non vi è motivo di ipotizzare fenomeni soprannaturali. A parte le vere e proprie burle (peraltro frequenti), il desiderio di attenzione o semplicemente il tentativo di attirare pubblicità possono spiegare bene questi episodi. Il metodo per fabbricare una Madonna lacrimante è stato spiegato da Luigi Garlaschelli del Cicap (www.cicap.org). Innanzi tutto è necessaria una statuina cava (o un bassorilievo) in materiale poroso, come il gesso, rivestita da una patina vetrificata; vanno benissimo le statue vendute a Medjugorje, che comunque sono facilmente reperibili anche altrove. Si versa il liquido desiderato nella cavità della statua; il materiale poroso assorbe il liquido ma la patina esterna ne impedisce la fuoriuscita; dopo di che basta praticare nei punti giusti, cioè all’altezza degli occhi, due fessure nel rivestimento vetrificato, ed ecco che il liquido fuoriesce e la Madonna piange. Per i più smaliziati è perfino possibile costruirsi un congegno a batteria, fornito di un piccolo telecomando analogo a quelli che si usano per aprire le portiere di un’automobile. Un’elettrovalvola collegata a una siringa consente di iniettare il liquido prescelto nella statua quando lo si desidera, affinché la Madonna non prenda iniziative piangendo quando le pare ma attenda il momento opportuno, per esempio quando è nelle mani del vescovo locale. Per rendere più autentico il «miracolo» è opportuno munirsi di due statue uguali, una provvista dell’apparecchio e una no, per operare di nascosto una sostituzione. La statua non manomessa, che sarà preferibilmente piena, anziché cava, verrà esternamente bagnata o macchiata di sangue e potrà essere consegnata a chi vorrà esaminarla.
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