Casella di testo: Roberto Sorgo                                                                                            Pagina iniziale > Religioni > Quarantena

QUARANTENA

 

 

La famigerata «peste nera» del 1348, una delle più grandi catastrofi della storia, dato che causò la morte di almeno un quarto della popolazione europea, e le successive epidemie della stessa epoca diedero origine a due innovazioni: la quarantena e il lazzaretto. La prima ebbe origine a Ragusa (Dubrovnik), la «quinta repubblica marinara», situata nell’Adriatico meridionale, sulla costa oggi croata. Nel 1377 la città decretò che le navi provenienti da località infette potessero entrare in porto soltanto dopo un mese di isolamento. Tre anni prima, Venezia aveva vietato alle navi sospettate di infezione di entrare nel porto. Ragusa fu però la prima città a stabilire un luogo di approdo per tali navi. Questo provvedimento si diffuse in tutti i porti del Mediterraneo e fu portato a quaranta giorni, in omaggio alla teoria del celebre medico greco Ippocrate (circa 460-377 a.C.) secondo cui una malattia acuta (come la peste) doveva manifestarsi entro 40 giorni, altrimenti era una malattia cronica (e allora non era peste). Pertanto il periodo di isolamento venne chiamato quarantena.

 

Quaranta giorni — Questo periodo di 40 giorni non ha valore dal punto di vista scientifico, ma trae origine dalla credenza diffusa nel mondo antico, e in particolare mediorientale, secondo cui il 40 rappresentava un periodo significativo, soprattutto di preparazione spirituale, purificazione o penitenza. Questo concetto risale al fatto che gli astronomi babilonesi associavano varie catastrofi naturali, soprattutto tempeste e inondazioni, al periodo di 40 giorni in primavera in cui la costellazione delle Pleiadi non è visibile. Proprio durante quel periodo, fra aprile e maggio, in Mesopotamia vi erano infatti le piene dei fiumi che molto spesso causavano inondazioni, con morte e distruzione. Allora questo lasso di tempo giunse a rappresentare una difficoltà da superare, un periodo di sofferenza e penitenza, ma anche di preparazione a qualche evento gioioso. Così nella tradizione giudaico-cristiana troviamo vari esempi di tali periodi: il diluvio universale dura 40 giorni e 40 notti, per un periodo analogo Mosè ascolta la parola di Dio sul Sinai, Gesù trascorre 40 giorni nel deserto a digiunare (un evento ricordato nella Quaresima cristiana, periodo di preparazione alla Pasqua) e 40 giorni dopo la risurrezione ascende al cielo.

 

Lazzaretto — Nel 1423 la Repubblica di Venezia decretò che la quarantena si svolgesse su un’isola della laguna dove sorgeva il monastero di Santa Maria di Nazareth, così il ricovero degli appestati fu chiamato nazareto e poi lazzaretto, per sovrapposizione di San Lazzaro, patrono dei lebbrosi, a cui era dedicato un altro ospedale veneziano e il cui personale assisteva, oltre ai lebbrosi, anche gli appestati. Il Lazzaro in questione era il povero mendicante ricoperto di piaghe di cui narra il Vangelo di Luca (16, 20-21), diventato protettore dei lebbrosi proprio perché aveva la pelle piagata. Le credenze popolari confusero questo Lazzaro con quello più noto, resuscitato da Gesù secondo il racconto del Vangelo di Giovanni (11, 1-46), e questa confusione ne generò un’altra facendo sì che in Francia i lebbrosari venissero chiamati anche magdaleines. Poiché le due sorelle del Lazzaro resuscitato si chiamavano Marta e Maria, i lebbrosi invocavano anche quest’ultima, confondendola con Maria Maddalena.

 

Marta e Maddalena — Già che ci siamo, possiamo osservare che una serie di confusioni fra Marie evangeliche è all’origine del detto «far da Marta e Maddalena», espressione un po’ in disuso con cui si indica la necessità di svolgere più ruoli contrapposti. Le due sorelle Marta e Maria di Betania accolgono Gesù (Luca 10, 39-40; Giovanni 12, 2-4), ma la prima è impegnata nelle faccende domestiche e nel servire il pranzo, mentre la seconda rimane ad ascoltare la parola di Cristo e gli unge i piedi asciugandoglieli con i propri capelli. Marta divenne poi patrona delle casalinghe, dei cuochi e degli infermieri. Maria venne invece confusa sia con Maria di Magdala, la Maddalena, sia con la peccatrice anonima; quest’ultima (Luca 7, 37-38), una prostituta di cui il Vangelo non riporta il nome, bagna di lacrime i piedi di Gesù e glieli asciuga con i propri capelli. Invece la Maddalena, menzionata per la prima volta nel Vangelo di Luca subito dopo l’episodio della peccatrice, si apprestava in seguito a profumare il corpo di Gesù nel sepolcro. Da qui la confusione fra queste tre donne, che si protrae ancora oggi.

 

 

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