Casella di testo: Roberto Sorgo                                                                                                  Pagina iniziale > Religioni > Zodiaco

ZODIACO

 

 

Il termine zodiaco viene dal greco zoidiakós, «relativo alle figure di animali», da zôon, «animale, essere vivente»; la parola indica allora il «circolo delle figure animali», cioè l’insieme delle costellazioni dell’eclittica, indicate con immagini di animali o esseri umani (eccetto la Bilancia, che però anticamente costituiva le chele dello Scorpione).

 

Alessandria — Sulla base dell’astrologia babilonese, ad Alessandria d’Egitto, nel periodo ellenistico (IV-I secolo a.C.), si opera la sistemazione dello zodiaco, suddividendo i 360 gradi dell’eclittica in 12 segni di 30 gradi l’uno, a partire dall’Ariete, la cui comparsa viene associata al punto vernale, ossia all’equinozio di primavera (detto punto d’Ariete), e fino ai Pesci. In realtà questa suddivisione è arbitraria e non tiene conto di una tredicesima costellazione chiamata Ofiuco e situata fra Scorpione e Sagittario. Avere 13 costellazioni nello zodiaco non andava bene, poiché questo numero primo è di cattivo augurio (si veda l’articolo Superstizioni). Il 12 invece era un numero importante per i babilonesi e in generale per tutto il mondo antico mediorientale; essendo il prodotto di 3 (il cielo) e 4 (la terra), rappresenta l’unione del piano materiale con quello spirituale, e così compare in molti gruppi significativi: i 12 mesi dell’anno, le 12 ore di luce e le 12 di buio nella giornata, le 12 tribù di Israele, i 12 apostoli di Gesù, i 12 giorni di feste dopo il solstizio d’inverno da Natale all’Epifania, e molto altro. Inoltre esisteva un metodo di calcolo che utilizzava le falangi delle dita lunghe, che sono per l’appunto 12; quando noi ancora oggi acquistiamo certi prodotti a dozzine o mezze dozzine (uova, bottiglie di vino, stoviglie e posate) ci ricolleghiamo a questa antichissima tradizione mesopotamica. Pertanto si individuarono lungo l’eclittica 12 costellazioni, attribuendo caratteristiche diverse a ciascuna di esse e collegandole ai sette astri principali.

 

Oroscopo — Conoscendo il momento della nascita si poteva formulare un oroscopo (termine greco che significa «osservazione dell’ora» di nascita), ossia determinare gli influssi degli astri sul neonato. Allo stesso modo si poteva calcolare il momento più opportuno per compiere una data azione, riguardante affari, commerci, guerre, imprese di ogni genere. Per giungere a un responso, l’astrologo doveva studiare i rapporti fra i moti dei corpi celesti e i quattro elementi terreni (terra, aria, acqua, fuoco); tuttavia tali rapporti erano considerati tanto complessi da non essere completamente comprensibili alla mente umana, per cui l’astrologo poteva essere scusato per eventuali errori.

 

Astrologia oggi — Ancora oggi l’astrologia si basa sulla suddivisione dell’eclittica in 12 segni di 30 gradi ciascuno, a partire dall’Ariete, che ha inizio con l’equinozio di primavera, e fino ai Pesci. Tuttavia l’astrologia oggi è una credenza paradossale. Perché? Come si è detto nell’articolo Astrologia, nell’antichità l’astrologia nacque dall’osservazione del cielo. Ai giorni nostri, però, chi vuole credere all’astrologia deve evitare accuratamente di osservare il cielo, perché vedrebbe delle cose molto diverse da quelle riportate nei libri sullo zodiaco.

 

Equinozi — Un primo problema è costituito dalla cosiddetta precessione degli equinozi: l’asse terrestre presenta un’oscillazione che sposta il punto vernale (cioè l’equinozio di primavera, corrispondente a 0° sull’eclittica) facendolo retrocedere anno dopo anno, cosicché tale punto percorre tutte le costellazioni dell’eclittica ritornando al punto di partenza dopo circa 26 mila anni. Quando nell’Egitto ellenistico si elaborò lo zodiaco, il punto vernale cadeva nella costellazione dell’Ariete; ma già attorno al 60 a.C. la precessione aveva spostato l’equinozio nel segno dei Pesci, dove si trova tuttora, mentre fra qualche secolo raggiungerà l’Acquario (questo fatto, interpretato in senso astrologico, è alla base della cosiddetta New Age; se ne parla in Religioni ieri e oggi). Così Claudio Tolomeo, famoso astronomo del II secolo d.C. a cui si deve l’elaborazione del sistema geocentrico considerato valido fino a Copernico, dovette ammettere che lo zodiaco era più convenzionale che reale. Nonostante questo, ancora oggi l’astrologia è basata su una tale suddivisione delle costellazioni dell’eclittica.

 

Pesce d’aprile — Per inciso, il riferimento al fatto che attorno al 1° aprile il Sole si trovi nella costellazione dei Pesci, anziché nell’Ariete, è probabilmente all’origine dell’espressione «pesce d’aprile». L’usanza degli scherzi in questa data risale alla Francia del XVI secolo. Nella regione attorno a Parigi l’anno incominciava il 25 marzo e vi era la tradizione di scambiarsi doni il 1° aprile. Quando nel 1564 il re Carlo IX introdusse una riforma del calendario con cui si spostava l’inizio dell’anno al 1° gennaio, molta gente il 1° aprile prese a scambiarsi, anziché doni, pacchetti vuoti.

 

Sistemi astrologici — Va osservato che l’astrologia occidentale non è l’unico sistema astrologico, sebbene sia quello di gran lunga più diffuso. L’astrologia indiana come detto è derivata da quella ellenistica, con alcune varianti per includere caratteristiche locali, come il sistema delle caste; la base però è identica a quella occidentale. L’astrologia cinese, con il suo ciclo di 60 anni caratterizzato da 12 animali simbolici che governano un anno ciascuno, si fonda invece sul passaggio delle stelle circumpolari ed equatoriali sul meridiano locale.

Tornando all’astrologia occidentale, possiamo provare a confrontare lo zodiaco tradizionale con le costellazioni dell’eclittica secondo l’osservazione reale del cielo. Nella tabella che segue vediamo la suddivisione dello zodiaco astrologico con le relative date dei segni, accanto alla suddivisione reale con l’intervallo in gradi di ciascuna costellazione (reale), ricordando che il punto vernale 0°=360° corrisponde all’equinozio di primavera; nell’ultima colonna sono riportate le date reali (indicative) del passaggio del Sole in ciascuna costellazione.

 

 

       

Costellazioni

Suddivisione zodiacale

Date zodiaco

Suddivisione reale

Intervallo

Date reali

Ariete

da     0° a   30°

21.03 - 19.04

da   29° a   55°

26°

19.04 - 13.05

Toro

da   30° a   60°

20.04 - 20.05

da   55° a   90°

35°

14.05 - 21.06

Gemelli

da   60° a   90°

21.05 - 21.06

da   90° a 118°

28°

22.06 - 19.07

Cancro

da   90° a 120°

22.06 - 22.07

da 118° a 139°

21°

20.07 - 10.08

Leone

da 120° a 150°

23.07 - 22.08

da 139° a 174°

35°

11.08 - 16.09

Vergine

da 150° a 180°

23.08 - 22.09

da 174° a 217°

43°

17.09 - 30.10

Bilancia

da 180° a 210°

23.09 - 23.10

da 217° a 241°

24°

31.10 - 22.11

Scorpione

da 210° a 240°

24.10 - 21.11

da 241° a 248°

23.11 - 29.11

Ofiuco

-----------------

----------------

da 248° a 266°

18°

30.11 - 17.12

Sagittario

da 240° a 270°

22.11 - 21.12

da 266° a 300°

34°

18.12 - 19.01

Capricorno

da 270° a 300°

22.12 - 19.01

da 300° a 328°

28°

20.01 - 15.02

Acquario

da 300° a 330°

20.01 - 18.02

da 328° a 352°

24°

16.02 - 11.03

Pesci

da 330° a 360°

19.02 - 20.03

da 352° a   29°

37°

12.03 - 18.04

 

 

Come si può vedere, a parte lo spostamento dovuto alla precessione degli equinozi, vi è la tredicesima costellazione chiamata Ofiuco, non prevista per i motivi più sopra indicati, e inoltre nessuna costellazione corrisponde esattamente a 30 gradi; si va dal minimo di 7 gradi dello Scorpione al massimo di 43 gradi della Vergine.

 

Figure arbitrarie — Le figure associate alle costellazioni sono ovviamente arbitrarie; abbiamo visto (nell’articolo Astrologia) un esempio riguardante Orione, costellazione che però non fa parte dello zodiaco. Le costellazioni stesse sono illusorie, le stelle che le compongono sono in realtà molto distanti fra loro; noi le vediamo vicine perché si trovano nella stessa porzione di cielo, ma non costituiscono affatto dei gruppi omogenei. Restando a Orione, la stella Betelgeuse, che indica la spalla destra del cacciatore, si trova a 520 anni luce dalla Terra, mentre Rigel, sulla gamba sinistra, è a circa 900 anni luce; invece le tre stelle della cintura di Orione (Mintaka, Alnilam, Alnitak) sono relativamente vicine fra loro ma si trovano a una distanza di 1500-1600 anni luce da noi.

Per citare qualche esempio analogo riferito alle costellazioni dello zodiaco, le quattro principali stelle della Vergine (alfa, beta, gamma e delta Virginis) distano dalla Terra rispettivamente 220, 32, 35 e 180 anni luce; le due stelle più brillanti dei Gemelli, chiamate Castore e Polluce, distano rispettivamente 44 e 32 anni luce dalla Terra; mentre l’astro più luminoso della Bilancia (alfa Librae) è costituito in realtà da due stelle, che a occhio nudo appaiono come un unico punto di luce ma che si trovano l’una a 78 e l’altra a 62 anni luce di distanza da noi; nella stessa costellazione, la stella beta Librae dista 148 anni luce. Vale la pena di ricordare che un anno luce, corrispondente alla distanza percorsa in un anno dalla luce nel vuoto, è pari a quasi diecimila miliardi di chilometri.

 

Ciclo del Sole — Le figure ancora oggi utilizzate per lo zodiaco traggono origine dal ciclo del Sole e dai lavori agricoli. Per citare qualche esempio, l’Ariete indica la porzione di cielo in cui si trova il Sole nel periodo in cui nascono gli agnelli; il Toro fa riferimento al periodo in cui si adoperano i bovini per i lavori agricoli; il Cancro ricorda che il Sole dopo il solstizio d’estate prende a indietreggiare nel cielo come un granchio; la Bilancia ha inizio nel periodo in cui i giorni hanno la stessa durata delle notti; il Capricorno indica che il Sole, dopo il solstizio d’inverno, torna a salire nel cielo, arrampicandosi come una capra.

Queste figure possono risultare poetiche e graziose, e l’osservazione del cielo notturno è di sicuro suggestiva e affascinante. Nelle città moderne l’inquinamento luminoso, ossia il riverbero delle luci urbane sul fondo del cielo, cancella gran parte della luce stellare, e l’inquinamento dell’aria rende opaca l’atmosfera, per cui spesso noi non ci rendiamo conto della bellezza del cielo stellato. Se però ci capita di trovarci in una località poco abitata e priva di luci artificiali (un’isoletta, per esempio, o un deserto), possiamo ammirare la varietà e l’immensità del cielo notturno e renderci conto del fascino che questo esercitava sui nostri antenati. Non stupisce che per tutta l’antichità si sia cercato di capire il significato di quei puntini luminosi.

 

Influsso degli astri — Tuttavia nessun astrologo è mai riuscito a dimostrare come delle figure arbitrarie (i segni zodiacali) individuate su un cerchio inesistente (l’eclittica) possano avere significato per le azioni umane o per i fenomeni naturali. E per quanto riguarda l’influsso dei corpi celesti, gli astrologi non hanno mai chiarito con quale metodo si sia scoperto l’influsso particolare di ciascun pianeta, e nemmeno in che cosa consista tale influsso e come venga recepito dagli esseri umani. Quando si pone a tale proposito una domanda a qualche appassionato di astrologia, ci si sente rispondere: «Per esempio, l’influsso della Luna e del Sole provoca le maree»; oppure: «Il ciclo mestruale femminile corrisponde alle fasi della Luna». Quest’ultima affermazione è evidentemente falsa: se fosse vera, ogni donna per tutta la vita fertile avrebbe le mestruazioni in corrispondenza sempre della stessa fase lunare (per esempio il primo quarto), ma questo non avviene. Inoltre il ciclo mestruale dura in media 28 giorni, ma con molta variabilità di mese in mese e di donna in donna, mentre il mese lunare è costante a 29 giorni e mezzo.

 

La Luna — Qualche influsso la Luna ce l’ha: si è osservato che la sua luce provoca dei movimenti (chiamati tropismi) in alcune piante e influisce sulla riproduzione di certi organismi marini. Nient’altro, però, a parte le maree. Queste sono causate dalla forza gravitazionale esercitata dalla Luna e dal Sole. Allora l’influsso astrologico sarebbe la forza gravitazionale? D’altronde, se bisogna ricercare una fonte di tale influsso nelle forze fondamentali della natura, l’unica ad agire su grandi distanze è proprio la gravitazione; le altre forze fondamentali sono le interazioni nucleari debole e forte, che agiscono a livello dei nuclei atomici, e la forza elettromagnetica, che si riduce proporzionalmente al quadrato della distanza, ossia diventa ben presto trascurabile se i corpi coinvolti sono lontani fra loro. Noi percepiamo la luce delle stelle, che è radiazione elettromagnetica, ma data l’enorme distanza da noi tale radiazione non ha effetto sul nostro organismo (a differenza di quella del Sole) e la luce è troppo fioca per influire su piante e animali, essendo più debole di qualunque lampadina. Va osservato che questi sono problemi moderni: nell’antichità, quando nacque l’astrologia, non si sapeva niente di gravitazione o di elettromagnetismo, e nemmeno di stelle, pianeti o forze fondamentali della natura.

 

Attrazione — Tornando alle maree, queste sono causate dalla differenza di attrazione subita dalla superficie dei mari rispetto al fondo. Già nei laghi, che sono poco profondi, le maree sono minime o inesistenti. Un essere umano è troppo piccolo per subire influssi gravitazionali osservabili. Se ci mettiamo in piedi sotto un albero di mele, l’influsso gravitazionale di una mela è su di noi maggiore della forza di attrazione lunare. Secondo l’astronomo americano George Abell, l’attrazione gravitazionale della Luna è addirittura inferiore a quella che ha su di noi una zanzara, mentre già più di un secolo fa l’astronomo francese Camille Flammarion (1842-1925) aveva calcolato che al momento della nascita di un bambino l’influsso gravitazionale degli astri era decisamente inferiore a quello della levatrice presente nella stanza.

Se in particolare consideriamo i cinque pianeti dell’astrologia tradizionale, e anche Urano, Nettuno e Plutone, scoperti negli ultimi secoli, e di cui gli astrologi moderni cercano di tenere conto, vediamo che il loro influsso gravitazionale è trascurabile. Per esempio, l’attrazione esercitata dal pianeta Marte è circa 300 mila volte inferiore a quella della Luna. È una forza che si può considerare nulla? Certamente. Per capirlo bisogna considerare il cosiddetto moto browniano, che prende il nome dal botanico scozzese Robert Brown (1773-1858), il quale fu il primo a studiarlo.

 

Moto browniano — Quando in un liquido o in un gas vi sono particelle microscopiche in sospensione (polvere, polline, ma anche batteri), queste si muovono compiendo una sorta di danza. Il movimento è dovuto all’urto continuo di molecole del fluido contro le particelle, ed è tanto più intenso quanto più sale la temperatura. Così per esempio l’acqua di uno stagno può apparire torbida d’estate e poi farsi più limpida durante l’inverno, poiché i corpuscoli in sospensione si depositano sul fondo, dato che l’acqua più fredda comporta un minor numero di urti con le molecole. Pertanto l’energia termica che provoca il moto browniano (la cui descrizione matematica si deve ad Albert Einstein), tenendo le particelle in sospensione, supera perfino l’effetto della gravità della Terra; allora le debolissime forze di attrazione esercitate dai pianeti sono insignificanti rispetto all’energia termica, per cui non hanno alcun effetto. Per inciso, nessun astrologo, nel cercare di identificare gli influssi dei corpi celesti con l’attrazione gravitazionale, prende mai in considerazione la gravità terrestre, che su di noi ha un effetto enormemente maggiore rispetto a ogni astro.

 

Sistema geocentrico — Un’altra considerazione è che l’astrologia rispecchia la concezione del mondo del passato, poiché presuppone un sistema geocentrico, con la Terra al centro di un universo molto piccolo. Con l’avvento del sistema eliocentrico, grazie a Copernico, Galileo e Keplero, fra XVI e XVII secolo, l’astrologia diventa insostenibile. Lo stesso Keplero (Johannes Kepler, 1571-1630) tenta di escogitare un nuovo metodo per calcolare gli influssi astrologici nell’universo eliocentrico, ma senza riuscirci.

In tempi più recenti si sono compiuti tentativi di trovare qualche rapporto statistico fra le posizioni dei pianeti e la vita umana, calcolando per esempio se le persone nate in un particolare periodo dell’anno tendano ad avere successo in determinate attività, come lo sport, la politica o varie professioni, ma i risultati si sono rivelati indistinguibili da una distribuzione puramente casuale. Si è anche presa in considerazione la compatibilità dei segni zodiacali nei rapporti affettivi; secondo gli astrologi, infatti, chi appartiene a un dato segno va d’accordo con persone di determinati altri segni, mentre può essere difficile o impossibile instaurare un rapporto duraturo con persone di certi segni, ritenuti incompatibili. In realtà si è visto che la frequenza di matrimoni e divorzi fra uomini e donne di segni incompatibili è uguale a quella dei segni compatibili.

 

Scienza e astrologia — Alla luce anche di queste poche considerazioni appare ovvio che qualunque discorso astrologico viene a cadere. D’altro canto, poiché i fenomeni del mondo sono oggi in gran parte spiegabili con le ipotesi della scienza moderna, è difficile capire come possano essere attribuiti anche agli influssi astrologici. Tutto questo però non scoraggia certo i «veri credenti». Chi ha fiducia nell’astrologia non si lascia fuorviare da banalità come dei dati di fatto. E non bisogna dimenticare che l’astrologia spesso «funziona», ossia fornisce previsioni che si avverano (qualche volta) o ritratti psicologici in cui la persona interessata può riconoscersi (soprattutto a causa dell’effetto Barnum, di cui si parla nell’articolo Personalità).

L’astrologia oggi è ancora piuttosto seguita, ma non gode di buona fama, essendo giustamente ritenuta priva di fondamento dalla maggior parte delle persone. In genere costituisce un innocuo passatempo, per qualcuno può essere un aiuto per risolvere qualche problema personale, tuttavia ogni tanto la credenza nell’astrologia riemerge in situazioni inaspettate e di grande rilevanza. A questo proposito si possono citare alcuni esempi tratti dalla storia del XX secolo.

 

Astrologi e politici — L’astrologo tedesco Eric Hanussen aveva fra i suoi clienti i più alti gerarchi nazisti, fra cui Goebbels, Himmler e lo stesso Hitler. Durante la seconda guerra mondiale, la scelta di Stalingrado quale fulcro della resistenza sovietica all’aggressione tedesca sembra sia stata suggerita a Stalin dal veggente polacco Wolf Messing.

In Inghilterra, il primo ministro Winston Churchill consultava regolarmente l’astrologa Barbara Harris. Nel 1947, però, quando i britannici concessero l’indipendenza all’India, stabilirono la data al 15 agosto, ma sconsideratamente non si rivolsero agli astrologi per sapere se si trattasse di un giorno fasto o nefasto. Allora il momento preciso fu fissato alla mezzanotte, in modo che non potesse essere attribuito a un giorno o all’altro, lasciando nel vago gli influssi astrali.

In Francia, il generale Charles de Gaulle consultò per anni l’astrologo Maurice Vasset detto Regulus, mentre più di recente François Mitterrand, quando era presidente della repubblica, seguiva i consigli dell’astrologa Elisabeth Teissier.

Allo stesso modo il presidente americano Ronald Reagan, su suggerimento della moglie Nancy, predisponeva i propri impegni quotidiani secondo le indicazioni dell’oroscopo studiato dall’astrologa Joan Quigley, la quale indicava al presidente, tramite la moglie, quali ore della giornata fossero propizie e quali svantaggiose.

Non è chiaro se e fino a che punto questi capi di Stato e di governo prendessero le loro decisioni politiche in base all’oroscopo, come si faceva ai tempi dei babilonesi. Forse però è opportuno interrogarsi non tanto sull’influsso degli astri quanto sull’influsso degli astrologi.

 

 

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